IL PRISMA

28.I.21/25.II.21/1.IV.21/2.V.21/13.V.21/10.VI.21

Giunti fuori dall’iperspazio dopo un viaggio lungo per rotte ignote ai più nella Galassia, Selanne, Gill, Talon, Aral e i mandaloriani al loro seguito, si trovano dinnanzi ad un cielo oscuro, in cui riluce sinistra la forma della stazione spaziale nota come il Prisma.

Il Prisma, simile ad una cattedrale gotica sospesa nel vuoto da una tecnologia antica e dimenticata, fu costruito dagli Jedi durante il Secondo Grande Scisma per imprigionare i seguaci del Lato Oscuro

Dopo un iniziale avvicinamento tenendosi fuori dai sensori della struttura, ormai divenuta prigione segreta imperiale e base dell’Inquisitorius, lo shuttle del Neo Cavalierato rilevando la presenza di caccia che pattugliano l’area decide per avvicinarsi rapidamente alla base e liberatosi rapidamente dei tie, atterra sulla piattaforma dell’ingresso principale. Appena atterrati, Selanne ha una fugace visione di un volto di donna… la Jedi ultima custode della prigione, sente la sua morte, che è avvenuta in quel luogo, assassinata a tradimento dopo l’ordine 66…

Lo sfocato ricordo dell’ultima Guardiana del Prisma, una Jedi senza nome, morta nella Grande Purga…

Scendendo dalla navetta armi in pugno, il gruppo si vede venire incontro un fitto schieramento di droidi da battaglia imperiali.

I droidi da battaglia imperiali sono tecnologicamente una evoluzione dei droidi B1 un tempo utilizzati dall’Alleanza Separatista, scarsamente più efficaci dei loro predecessori, sono autonomi rispetto a intelligenze artificiali esterne, ma con una programmazione rigida e limitata. Normalmente sono utilizzati solo per compiti di sorveglianza e armati con blaster stordenti.

Davanti al numero impressionante di droidi che li assalgono ondate su ondate con il fuoco di copertura di alcune antiche torrette automatiche, Selanne afferra con la Forza un altro shuttle parcheggiato sulla piattaforma accanto al loro e lo usa per schiacciare il nugolo di robot.

L’orda di killbot imperiali è decimata con un uso poco ortodosso di uno shuttle lambda…

Altri droidi sono scaraventati giù dalla piattaforma d’atterraggio che si estende come un ponte sull’abisso che circonda il Prisma. Aral e le sue Magna Guard, Gill e i suoi Mandaloriani pensano di finire il lavoro ingaggiando i droidi sopravvissuti, ma il loro numero è ancora troppo grande e col fuoco di supporto delle torrette, soverchia gli incursori. Selanne e Gill crollano al suolo colpiti ripetutamente da raggi stordenti e le Magna Guard vengono disattivate. Aral e Talon non si fanno intimidire e tornati a bordo, con i blaster dello shuttle ripuliscono la piattaforma dai droidi mentre i Mandaloriani portano al riparo i compagni svenuti.

Talon si avvede poi di un gruppetto di piloti dei corpi speciali, con i tipici contrassegni dell’Inquisitorius che stanno cercando di salire sulla navetta e dirigono il fuoco delle torrette automatiche da un terminale vicino. Uno dopo l’altro li affronta e mette al tappeto, rianimando nel frattempo gli amici storditi.

I piloti dell’inquisitorium cercano di prendere gli invasori alle spalle…

Ripulita completamente la piattaforma di atterraggio, e riorganizzatisi, gli eroi lasciano Ramikad Dvorr e Ad’en Worspath a difendere la navetta e proseguono verso l’ingresso del Prisma, ove a cercare di sbarrargli la strada sono tre colossali droidi da guerra armati con proiettori di carbonite.

I Carbonite War Droid, sono una delle sinistre creazioni dell’impero. Creati nell’ambito del progetto “Dark Trooper” sono Droidi in cui è stato installato un cervello umano per dotarli di riflessi superiori a quelli delle macchine. Sono armati con proiettori di carbonite liquida in grado di pietrificare gli avversari e utilizzano per loro difesa grandi scudi gravitazionali a cui sono collegati magneticamente. Sono progettati specificatamente per funzioni anti sommossa e per la soppressione delle evasioni carcerarie.

I droidi, evidentemente progettati per catturare eventuali prigionieri che tentassero l’evasione, cercano di congelare con i loro getti di carbonite liquida gli incursori ribelli, ma uno dopo l’altro vengono messi in stato di non nuocere. Mentre il primo è completamente distrutto da Gill a colpi di Spada Nera, gli altri, privati dei loro scudi gravitazionali da Selanne, sono disattivati da Talon e Ar’al che sogna già di aggiungere componenti della loro tecnologia alla propria collezione…

il gruppo affronta i Carbonite War Droid mentre l’immagine di Atris i appresta a far loro strada all’interno del Prisma

Guidati dallo spettrale guardiano dell’holocron, Selanne e compagni accedono all’antica prigione, trovandosi in un corridoio che si affaccia su numerose porte sorvegliate da droidi da battaglia. Da una di queste porte laterali, attirati dal rumore, escono due mercenari Trandoshani che stavano interloquendo con un Pilota dell’Inquisitorium. Questo, sebbene catturato richiama altri droidi sentinella, convincendo Talon a freddarlo.

da ogni angolo del corridoio i droidi sentinella avanzano al richiamo del pilota prigioniero…

Sbrogliatisi della nuova ondata di assalitori, Selanne pensa di prendere la via più diretta per il Centro di Controllo, indicatale dall’holocron, ma il Carbonite War Droid che cerca di difenderne la porta, venendo distrutto esplode e fa franare il soffitto, ostruendo del tutto il passaggio. Talon però nel frattempo trova la sala di Controllo Ambientale.

Mentre Ar’al esplora a fondo i servizi igienici della stazione, Talon e Selanne prendono interesse al labirinto di condotti d’areazione che si dipana a partire dalla sala di Controllo Ambientale. Benché l’accesso dei condotti sia dominato da una gigantesca ventola che pare di scarsa stabilità e sorvegliata da un antico droide meccanico privo dei suoi strumenti di manutenzione, Selanne propone di sfruttare i cunicoli per giungere non visti alla sala di meditazione dell’inquisitore ed eliminarlo prima di procedere al Centro di Controllo. Il gruppo inizia ad attuare il piano, mentre Talon impone con un bullone di costrizione sul droide del Controllo Ambientale di aumentare la velocità della ventola gigante perché il suo rumore occulti i loro movimenti nei condotti. Il tutto rischia di finire in tragedia quando, spinta a velocità non abituali, l’antica ventola comincia a cedere e dare l’idea che potrebbe trasformarsi in un tritacarne rispetto agli incursori che si stanno avventurando nei condotti. Per fortuna Gill si accorge del pericolo e nonostante le sue proverbiali mani di pastafrolla che gli fanno perdere diversi anni di vita per lo spavento mentre i suo tentativi di sistemare la situazione falliscono uno dopo l’altro, alla fine, attirata faticosamente l’attenzione di Talon, col suo aiuto, riesce a disattivare e mettere in sicurezza l’antico impianto.

Mentre Ar’al esplora i gabinetti, Selanne si avventura in solitaria nell’Infermeria e Talon e Gill risolvono il problema della ventola…

Seguendo le indicazioni del Guardiano dell’Holocron, Selanne giunge all’infermeria della base. In pochi attimi scopre però che questa pare piuttosto un laboratorio in cui gli scienziati imperiali sfruttano i prigionieri come cavie per tetri esperimenti. La Dookessa liquida i “dottori” senza troppi pensieri, mentre Gill ha i brividi e gli pare di rivivere l’incubo del laboratorio di Doc Uburluh il Massassi esperto di alchimia Sith. Studiando i dati del laboratorio e confrontandosi con l’Holocron di Atris, Selanne e Gill sono confermati nei loro sospetti che gli scienziati imperiali hanno lavorato in quel luogo basandosi esplicitamente sulle istruzioni e formule di antichi testi Sith e in particolare hanno cercato di ottenere di mantenere in vita teste di esseri di varie specie dopo la decapitazione… apparentemente un’idea malata sorta dalla mente di un ufficiale imperiale impegnato in un fronte particolarmente cruento nell’orlo esterno.

Tutto questo orrore riporta lucidità nelle menti degli incursori ribelli che cominciano a domandarsi come mai i possessori della base non abbiano reagito più vigorosamente al loro attacco e in particolare non abbiano dato segno di interesse nei loro confronti nelle ultime ore…

A breve il gruppo è però colto alla sprovvista dal sopraggiungere di una sorta di violenta crisi epilettica di Gill, il cui processo di invecchiamento accelerato, sembra presentare delle brusche variazioni di velocità. Spaventati dalla situazione, Talon e Selanne decidono di trovare un modo per ibernare Gill sino al momento in cui non potranno farlo analizzare dal Dottor Urathi Uthan. Trovano delle celle criogeniche che paiono fare al caso loro in una stanza limitrofa, ma sono tutte occupate…

Benché il fatto che i soggetti nelle celle siano tutti stati ibernati con una particolare sequenza temporale che fa supporre trattarsi di qualche tipo di esperimento, Talon senza esitare scongela l’ibernato di più lunga data per porre al suo posto Gill. Solo a metà della procedura di ibernazione dell’eroe della Repubblica Ar’al si avvede che i log di laboratorio parlano di un esperimento sulla resistenza al freddo del letale Virus Blue Shadow, una nota arma batteriologica. Mentre Selanne intrattiene chiacchiere con lo strano alieno risvegliato evidentemente con segni ancora palpabili della malattia, Talon si affretta a recuperare dal suo equipaggiamento le preziose radici che porta sempre con sé e forniscono l’antidoto per il Blue Shadow.

Lo strano alieno liberato dall’ibernazione e mostratosi amichevole con Selanne

Le radici di Reeksa di Talon non sono sufficienti per tutti, ma Ar’al scopre che nella sala di quarantena si trova una gran quantità delle piccole piante carnivore dalle proprietà curative e le fa recuperare da una dua Magna Guard. Talon ne ricava gli antidoti che somministra a sé, Selanne, Ar’al, la creatura liberata e pure all’ibernato Gill. Decisi a non indugiare oltre, e avendo compreso che il Centro di Controllo si trova proprio nella stanza accanto e che lì sembra che in qualche modo la loro intrusione sia passata inosservata, i tre con l’aiuto dell’alieno salvato estraggono faticosamente una gran quantità di anestetico liquido dai droidi medici dell’infermeria, lo vaporizzano nei condotti d’areazione del Centro di Controllo a mo’ di potente sonnifero e poi irrompono all’interno.

Ad opporre resistenza si trova ormai solamente il comandante imperiale che grazie ad alcuni impianti cibernetici è riuscito a resistere alle tossine e i suoi Carbonite droid, mentre il resto dell’equipaggio di plancia giace svenuto. Con un rapido ma violento scontro i tre avversari sono posti fuori combattimento, sebbene Selanne resti temporaneamente intrappolata nella grafite.

l’immagine di Atris domina la Sala di Controllo mentre Talon riduce i prigionieri a tante statuette di grafite e Selanne chiama Kota.

Appena libera Selanne chiede istruzioni su come prendere il controllo della base al Custode dell’Holocron, e l’immagine traslucida di Atris rassicura tutti che se non è scattato sin lì alcun allarme è per via dell’influsso dell’Holocron sui droidi manutentori della base che, controllati da remoto hanno sabotato abilmente le comunicazioni imperiali e passato al centro di controllo dei dati falsati. Quindi Atris invita Selanne a connettere l’Holocron stesso ad un antico terminale che sembra più un artefatto Jedi che non una console. Quando la Dookessa sfiora l’antichissimo impianto e spande i suoi sensi per sintonizzarsi con la Forza Vivente, un trauma terribile la investe, come una lacerazione immane nella Forza.

Per la prima volta “aperta” alla Forza da quando è entrata nel Prisma, ora Selanne ne avverte appieno la terribile natura. Quella di un luogo che è divenuto una ferita nella Forza, un Nexus del Lato Oscuro, un archivio di tutti gli incubi, le paure, i dolori e la vergogna millenaria di un Ordine Jedi che ha utilizzato quel luogo come discarica per tutti i suoi peccati e di una infinita serie di nemici dell’Ordine che sono morti lì, dimenticati dalla Galassia, proferendo maledizioni contro gli Jedi col loro ultimo respiro. Finalmente l’antica Jedi comprende appieno le parole dell’Holocron che le aveva detto che quel luogo doveva essere “Purificato”. Lo shock lascia Selanne ancora tramortita, ma Talon è sempre pronto a soccorrerla, mentre attorno a loro l’Holocron sembra effettivamente aver preso il completo controllo della stazione. In breve la proiezione di Atris informa Selanne di aver disattivato tutte le armi della stazione, bloccato tutti i terminali informatici, tutte le porte, sigillato le stanze con gli imperiali e i loro droidi dentro. Solo l’Holocron sembra rifiutare di depressurizzare aree della stazione per timore di uccidere degli innocenti; mette invece una sala comunicazioni a disposizione di Selanne che chiama il Maestro Rham Kota e chiede soccorsi. Kota già aveva avvertito nella Forza una terribile perturbazione quando Selanne era svenuta, ma avvisa che ci vorrà molto tempo perché lui il suo Star Destroyer e l’Occhio raggiungano quell’angolo remoto di Galassia, cionondimeno è d’accordo con la politica dichiarata di Selanne di “salvare tutti” e poi preoccuparsi di capire chi è che stanno portando via dalla base spaziale.

Se Kota ha avvertito da tanta distanza il trauma di Selanne nella Forza, la Dookessa può ben immaginare che anche l’inquisitore a bordo deve averlo fatto e Atris conferma che questo e i suoi accoliti stanno cercando di evadere dalle sale in cui sono stati rinchiusi dall’Holocron. Ciononostante Selanne ritiene di dare priorità all’estrazione del dottor Uthan e si mette a scartabellare nell’archivio imperiale che è interamente analogico… Talon trova abbastanza rapidamente la scheda del “dottore” ma solo per scoprire con un notevole sconcerto che non è un dottore! Dagli archivi Fjiorrd Huraty Uthan risulta essere stato un brillante capitano corsaro al servizio della confederazione e che l’impero sembra custodire con estrema cura ora nelle sue prigioni… A chiarire tutto è Ar’al che precisa che il “dottor Uthan” è la sorella di Fjiorrd, nonché una celeberrima genetista che stava lavorando durante le Guerre dei Quoti al Virus FG36 un’arma batteriologica selettiva che avrebbe dovuto annientare l’armata della repubblica basandosi sulle caratteristiche genetiche peculiari dei suoi cloni. Sebbene un po’ confusi dalla rivelazione Selanne e Talon capiscono che è necessario effettivamente liberare il corsaro per avere la collaborazione della sorella, ma anche è necessario affrontare l’inquisitore prima che sia riuscito a ricongiungersi con i suoi accoliti o chiamar in qualche modo rinforzi nonostante il blocco alle comunicazioni imposto dall’Holocron.

65 XP totali a tutti (comprensivi dei 10 assegnati il 1° Aprile che erano uno scherzo :P)

Capitolo IX, Sessione 19

Deciso di effettuare una incursione al Prisma, Selanne, Gill e compagni hanno individuato l’holocron di Atris che dovrebbe contenere i segreti del Prisma nella collezione di Gorga Desilijic Aarrpo the Hutt, tesoriere del Gran Concilio della Kajidi.

Accordatisi di fornirgli informazioni su recenti movimenti sospetti dell’impero nel Bright Jewel System per ricevere in cambio a prestito l’oggetto raccolgono tutte le notizie possibili in merito dai loro vari contatti. Mettendo assieme le informazioni ricevute da Arval al Nuk e dalla lettura del rapporto stilato da Geff Blim a vantaggio del defunto direttore Gideon, i capi del neo cavalierato comprendono che lo star destroyer Intrepidous, un tempo nell’orbita di Nyriaan era stato catturato da apprendisti di Darth Glovoc e condotto sino a Ord Mantell, ove la flotta imperiale lo aveva raggiunto e distrutto. Dal rapporto di Blim sembra evidente che i seguaci di Glovoc con ogni probabilità erano però riusciti a scampare al massacro e dileguarsi nell’iperspazio.

Benché anche questi Figli della Tempesta fuggiaschi siano una possibile minaccia, Selanne e compagni decidono di non interessarsi almeno per il momento alla loro sorte e danno all’Hutt le informazioni desiderate senza ulteriori perdite di tempo, né arrivare a Ord Mantell per cui stavano facendo rotta.

Precipitatisi nuovamente a Nar Shadda, il gruppo chiede all’Hutt l’oggetto dando una narrazione semplificata dei fatti di Ord Mantell.

Appena lasciato il pianeta Selanne si adopera a cercare di aprire l’holocron. Nonostante la generale diffidenza dei suoi compagni, memori delle sue difficoltà in passato nel maneggiare simili artefatti, il piccolo prisma lucente risponde alla Jedi e una figura luminosa e spettrale, simile ad un ologramma ma al tempo stesso in qualche modo inquietante d’una apparenza più reale, appare agli occhi di tutti, con il sembiante della Maestra Atris, riemersa dalla polvere dei secoli. La proiezione dell’holocron interagisce con Selanne attivamente e dichiara addirittura di riconoscerla, rammentarsi di lei ed averla attesa a lungo. Alla richiesta di informazioni e mappe del Prisma il piccolo holocron si scompone in tanti cristalli e ornamenti di metallo che si vanno ad agganciare e incastonare nel braccio meccanico di Selanne, mentre Atris invita gli astanti a fare rotta per il Prisma: le sue coordinate appaiono nel navicomputer e la spettrale figura assicura che li condurrà all’antico carcere ed attraverso le sue stanze, sino al suo centro di controllo, dal quale potranno assumerne il comando e ‘purificare una volta per tutte’ quel luogo che è una macchia e una vergogna infame nella storia millenaria dell’ordine Jedi.

6px

Il fantomatico Custode dell’Holocron del Prisma porta le sembianze della Maestra Jedi Atris, Custode della Torre di Prima Conoscenza ai tempi della gioventù di Selanne

Capitolo IX, Sessione 18

Deciso di effettuare una incursione al Prisma, Selanne, Gill e compagni cominciano a pianificare l’operazione cercando di raccogliere quante più informazioni possibile sull’antica prigione Jedi.

Interrogando a riguardo il maestro Rahm Kota apprendono dell’esistenza di un holocron, da alcuni chiamato ”di Atris” che avrebbe contenuto tutti i segreti del Prisma e la sua storia e sarebbe stato in custodia dei Maestri della Torre di Conoscenza del Tempio Jedi.

Dal momento che Selanne ricorda di aver conosciuto la maestra Atris, Talon si propone di ipnotizzarlo per recuperare le sue memorie più recondite di questo antico legame. La terapia praticata da Talon ovviamente è sperimentale e rischia di causare dei danni permanenti alla paziente, ma alla fine in qualche modo il dottore se ne esce fuori senza nuove vittime… Il risultato è che Selanne riesce effettivamente a rammentare che, ai tempi in cui lei faceva parte della Convenzione Jedi, la Maestra Atris stava creando un proprio holocron dalla forma curiosa…

In base alla descrizione ricevuta dell’oggetto, Ar’al Kern riesce a rintracciare che il prezioso manufatto sembra, per qualche bizzarro scherzo del destino, essere stato incorporato in un artistico centro tavola battuto all’asta nel mercato dell’arte antiquaria e finito nella collezione di Gorga Desilijic Aarrpo the Hutt, tesoriere del Gran Concilio della Kajidi.

Precipitatisi alla sua residenza su Nar Shadda, il gruppo chiede all’Hutt di affittargli l’oggetto inventando una scusa strampalata ma in qualche modo credibile nel mondo pieno di collezionisti eccentrici di cui Gorga e Ar’al fanno parte. I due alla fine si accordano per imprestare l’oggetto in cambio di informazioni su recenti eventi avvenuti nel sistema di Ord Mantell, di cui però in realtà Ar’al e compagni non sanno nulla… Selanne cionondimeno ha la brillante idea di consultare a riguardo Arval al Nuk, che la informa di aver anni prima avuto una visione sul fatto che Geff Blim sarebbe stato l’uomo chiave di un evento che avrebbe dovuto aver luogo in quel sistema. Ora egli pensa che il fatto cui si interessa l’Hutt – la distruzione di uno star destroyer imperiale- possa esser l’adempimento di quella sua visione della Forza. Arval incoraggia quindi Selanne a interrogare Blim in merito, visto che il doppiogiochista imperiale è ancora prigioniero del Neo Cavalierato su Nyriaan.

Talon reputa però che sia più immediato estrarre le informazioni direttamente dal network imperiale e chiede a Rahm Kota di consultare i database dell’Occhio di Palpatine. Nel frattempo il dottore si è anche informato meglio sulla storia del soggetto che debbono liberare reperendo però notizie contrastanti: da una parte vecchie indagini della repubblica parlavano di Uthan come di un dottore impegnato nella realizzazione di un’arma batteriologica nota come Virus FG36, dall’altra parte di un brillante capitano corsaro al servizio della confederazione.

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Tra le visioni di Selanne quella dell’ultimo Custode della Torre di Prima Conoscenza Astaal Vilbum che informa un altro maestro del fatto che a ridosso delle Guerre dei Quoti l’Holocron del Prisma si era riattivato da solo dopo secoli di inerzia.

Capitolo IX, Sessione 17

In viaggio per Mandalore, Gill e compagni si consultano lungamente tra loro e con Ad’en Worspat e Ranikad Dvorr per capire quale sia il modo migliore di entrare in contatto con il Clan Skirata. Attingendo alla lista di cacciatori di taglie e guerrieri mercenari ricevuta dal gruppetto durante il loro breve soggiorno su Concordia, individuano una affiliata del Clan Skirata nel “sergente” Rav Bralor e decidono di chiamarla e cercare di ingaggiarla come mediatrice rispetto al Clan.

Ramikad e Ad’en mettono in guardia Gill che gli Skirata sono un Clan un po’ anomalo e in particolare non si è capito quale sia stato il loro ruolo nell’ultima guerra… Anche Talon conferma che al servizio della Grande Armata della Repubblica c’erano, a lavorare nelle retrovie parecchi mandaloriani, che i cloni definivano Cuy’val Dar (in Mando’a “coloro che non esistono”) e che sembra fossero per lo più appartenenti al Clan Skirata. Quella di Cuy’val Dar, spiegano Ad’en e Ramikad, è la denominazione che ricevono i Mandaloriani che, per un periodo di tempo limitato, abbandonano la Mado’ade per seguire un qualche scopo personale che, seppur onorevole, impedisce loro di portare avanti gli impegni normalmente legati alla vita di Clan. Sotto questo ruolo, pensa Ad’en, molti Skirata hanno forse servito la Repubblica nella guerra senza compromettere la neutralità ufficiale del loro Clan, che non si è schierato con nessuno degli aspiranti Man’Alor succedutisi durante il tempo delle guerre civili.

Contattata Rav Bralor, che si rivela una donna di mezza età, Gill senza mezzi termini espone il suo stato di clone affetto da un rapido invecchiamento e destinato ad una morte precoce. Afferma di essere un guerriero cresciuto nella tradizione mandaloriana, come Aden e Ramikad possono attestare e chiede aiuto al Clan Skirata che, a quanto sa, ha compiuto ricerche volte a trovare soluzioni all’invecchiamento dei cloni.

Rav si fa dare campioni di sangue e cartella clinica di Gill (in cui Talon prontamente inserisce un virus informatico per spiare i nuovi amici) e gli consente nel giro di poco tempo di entrare in contatto con il capo clan, Kal Skirata.

Kal, detto “Kal’buir”, Skirata è un vecchio guerriero dall’aria paterna e promette aiuto a Gill. Gli dice di essere fiducioso, perché lui e il suo Clan hanno già aiutato con successo molti altri cloni ad arrestare il loro invecchiamento accelerato e sicuramente sarà possibile farlo anche per lui. Però per aiutarlo Kal ha bisogno delle conoscenze di uno scienziato di nome Fjiorrd Huraty Uthan, che è stato imprigionato dall’Impero a causa della sua adesione alla CIS durante la guerra. Kal sa che è detenuto in una prigione di massima sicurezza dell’Impero, nota come “il Prisma”, e ne ha ottenuto le coordinate, ma non può farlo evadere lui, oppure il Clan Skirata sarebbe esposto alle rappresaglie imperiali. Se Gill e i suoi amici riusciranno a far evadere Fjiorrd Huraty Uthan e portarlo su Mandalore senza che l’Impero sappia del coinvolgimento del Clan nell’operazione, allora riceveranno l’aiuto promesso.

Ar’al Kern è interessato e preoccupato al tempo stesso da questa proposta, forse conosce personalmente Fjiorrd Huraty Uthan, ma se è così non lo esplicita ai compagni. Ciò che invece mette in chiaro è che, per quanto ne sa, il Prisma era una prigione utilizzata già dagli Jedi durante la Guerra per rinchiudere tutti i prigionieri confederati più importanti (e pericolosi). Parecchia amici di Ar’al sono detenuti lì con ogni probabilità… ma anche qualche suo nemico… in particolare il generale Ur’Loach, un alieno noto per squarciare la gola ai suoi nemici a morsi sino a decapitarli. Ar’al si era fatto pesanti debiti con lui e non è entusiasta all’idea di reincontrarlo…

Talon d’altro canto sa che il Prisma, un tempo una prigione segreta gestita dall’ordine jedi, completamente automatizzata e custodita da un Jedi Guardiano, fu utilizzata poco dopo le Guerre dei Cloni come rifugio dall’Imperatore Palpatine durante il tentativo di golpe del Direttore Gentis (il generale in comando dell’Accademia Imperiale di Coruscant). Da allora la prigione è passata sotto il controllo diretto dell’Inquisitorium. Questa informazione fa gola a Selanne, che immagina che i principali detenuti che l’Inquisitorium potrebbe essere interessato a rinchiudere lì con ogni probabilità sono utilizzatori della forza…

Alla fine tutti sono d’accordo sull’attaccare il Prisma, ma è da definirsi il come: la prigione è una stazione orbitale sospesa difronte alla Sesta Luna del Sistema di Diab nello Spazio Selvaggio. Il viaggio è lungo e su rotte spaziali difficoltose e mal tracciate. La base aveva un equipaggio di droidi guardiani ai tempi degli Jedi, ma è impossibile dire quali difese vi abbia instaurato l’Inquisitorium quando ne ha preso possesso.

5XP a tutti

31 Maggio 2020
Capitolo IX, Sessione 16

Mentre Ar’al, diffidente più degli uomini che delle macchine, si prende un po’ di tempo con l’intelligenza artificiale nota come il Potere per raffinarne la programmazione e ripristinare le capacità di controllo che erano a disposizione del precedente programma imperiale Volere, Talon e compagni si interessano al trooper Mark che ha ripreso conoscenza dopo l’asportazione del chip di controllo installato nel suo cervello.

Purtroppo Mark pare non ricordare nulla di quanto successogli e per risalire all’origine del suo Chip, Talon trova come unica soluzione una seduta di ipnosi, coadiuvata dalle capacità telepatiche della Jedi Anzat Selanne. Mentre Selanne stabilisce un contatto telepatico con Mark per percepire il suo pensiero, Talon sfrutta la sua conoscenza dell’ipnotismo per risvegliare i suoi ricordi repressi.

In tal modo i ribelli portano alla luce una nuova agghiacciante storia della scienza malata praticata dall’Impero. In una battaglia su un mondo remoto il trooper Mark era rimasto ferito. Al momento di operarlo per salvargli la vita, i medici dell’ISB che si prendevano cura di lui avevano però deciso di fruttare l’occasione per effettuare su di lui un sinistro esperimento volto a trasformarlo in un agente dormiente asservito al loro volere.

Il comandante Alecia Beck, una donna dai capelli biondi col viso deturpato da un occhio bionico, era stata la cinica architettatrice dell’esperimento. Durante l’operazione chirurgica aveva fatto innestare nel cervello di Mark il nuovo prototipo di chip di controllo e poi lo aveva sottoposto ad un completo lavaggio del cervello. Per testare la terribile potenze del dispositivo aveva comandato a Mark di uccidere la propria moglie e, dopo l’assassinio, gli aveva fatto dimenticare completamente l’accaduto, per farlo tornare in servizio tra i suoi commilitoni, completamente ignaro di tutto, ma pronto ad essere ”riattivato” per nuove losche imprese al momento opportuno.

Profondamente disgustati e impressionati Talon e compagni decidono di raccogliere nuove informazioni su Beck, venendo a sapere che si tratta di una donna di origini corelliane, che ha avuto una rapida carriera nei ranghi dell’ISB dopo aver smascherato la corruzione del proprio diretto superiore, il comandante dello Star Destroyer Vehement. Confrontandosi con lui ha perso l’occhio sinistro, diventando poi una sorta di eroina della propaganda imperiale per la propria abnegazione al Nuovo Ordine e assurgendo al rango di Comandante.

Per quanto scossi dal fatto e incerti se sia possibile far nulla in merito, Talon e Selanne volgono la loro attenzione alla salute di Gill, di cui, si rendono conto, l’invecchiamento accelerato potrebbe portare a nefaste conseguenze nell’arco di pochi mesi. Riprendendo le informazioni ricevute su Zambar, decidono di mettersi alla ricerca del clan Skirata. Appreso dopo qualche ricerca che la base ancestrale del clan è il vheh’yaim di Kyrimorut su Mandalore, decidono di partire nuovamente per il pianeta dell’antica razza guerriera.

Ar’al prima di partire però ha terminato di effettuare le prime modifiche alla programmazione del Potere, mettendolo in grado di lentamente riappropriarsi dei controlli dell’installazione senza che lo staff di plancia se ne avveda, pronto, potenzialmente, a disattivare tutti loro controlli e gestire la nave in autonomia, tagliando eventualmente l’energia ai loro comandi remoti. il Kel’dor si è poi anche scaricato tutta la programmazione del Volere, una appassionante “lettura” che gli terrà compagnia per un bel po’, impegnato a definire quali parti di codice dare in pasto al Potere perché le integri alle proprie routine e quali invece siano da buttar via…

5xp a tutti

Commander Alecia Beck 3 by ChaosEmperor971 on DeviantArt

24 Maggio 2020
Capitolo IX, Sessione 15

Assaliti dagli ignoti alieni che si erano affannati a cercare di soccorrere, Selanne e compagni decidono di non affannarsi a combatterli e ucciderli inutilmente. La Jedi li blocca con la Forza e li sposta a svariate miglia di distanza attraverso il deserto. Il gruppo riparte quindi alla volta del rendez-vouz fissato con in generale Kota portando con sé quanti è riuscita a raccogliere o catturare degli ex prigionieri Imperiali.
Durante il viaggio Talon interroga e sequestra ogni possibile equipaggiamento pericoloso agli stormtrooper catturati.

I suoi sospetti si concentrano su un Death Trooper che sembra più reticente degli altri a collaborare. Dopo una oculata investigazione Talon scopre in effetti, che quella che lui sosteneva essere la foto di sua moglie, in realtà è un prodotto dell’intelligence Imperiale che maschera un sistema di decrittazione per codici di massima sicurezza.

Dall’altra il trooper – Mark- sembra essere in realtà un agente dormiente e Talon trova un sofisticato microchip installato nella sua corteccia cerebrale e con una impegnativa operazione chirurgica lo rimuove. Arrivati all’occhio di Palpatine, e appurato che la stazione è stata completamente riparata e la sua potenza di fuoco addirittura testata su Azure, Gill si prende carico di cercare assieme al generale Kota – rapidamente ragguagliato sui fatti avvenuti- di convertire alla propria causa i prigionieri liberati. Alcuni di loro sembra non attendessero altro, i due talbooreani invece si rivelano delle cause perse che spingono Gill a desistere e promettere di abbandonarli sul primo pianeta abitabile appena possibile. I Ssii-Ruu invece ricevono una navicella spaziale con cui tornare al loro impero e lasciano una pistola da loro fabbricata in dono a Gill (che poi la dona ad Ar’al) e promettono di parlare di loro alla propria specie e di metterla in guardia contro il malvagio Impero Galattico.
Ar’al Kern in tutto questo se la spassa con la procace ladra acrobata Zeltron di nome Zella…

Il trooper Mark viene ricoverato nell’infermeria… al suo risveglio però ripete solo insistentemente il nome ”comandante Beck”

5 XP

10 Maggio 2020
Capitolo IX, Sessione 14

Avvedutisi del conto alla rovescia che incombe su di loro e compreso che il comandante Karreth ha usato i suoi ultimi respiri per innescare un procedimento di auto distruzione della base probabilmente irreversibile, Selanne, Gill e compagni si affrettano ad evacuare la stazione orbitale.

Quando raggiungono la nave (portandosi dietro alcuni prigionieri che hanno preferito consegnarsi ai ribelli che non esplodere) e decollano, vengono a sapere che intanto la Death Watch ha usato delle testate nucleari per annientare la base col generatore di scudi sul pianeta sottostante.

Dopo aver visto esplodere la stazione orbitale, i ribelli decidono di andare a cercare i prigionieri che sanno erano stati rilasciati dall’impero sul pianeta a scopo di test. Con le loro tre navi passano al pettine il deserto e uno dopo l’altro scovano i bizzarri fuggiaschi: alcuni near-uman che avevano preparato un agguato per i loro potenziali inseguitori, un twi-lek del clan Secura che sembra lieto di trovarsi salvato da una Jedi, due takbooreani appartenenti alle razze nemiche dei troob e degli hobor, intenti a cercare di uccidersi tra loro… e poi ancora dei cacciatori trandoshani (un saurin e un T’doshok), due ssi-ruu che sembra abbiano un talento per la meccanica e pratichino una strana religione, una ladra zeltron dall’aria procace ed infine un gruppo di strane creature dall’aria particolarmente terrificante, che li attaccano senza preavviso…

5 XP

03 maggio 2020
Capitolo IX, Sessione 13

Infiltrati i propri guerrieri ombra nella base orbitale e coordinatisi con tutti i propri alleati anche grazie a un contatto mentale attraverso la Forza tra Selanne e Arval, i ribelli apprestano il loro piano per annientare le forze imperiali in un unico attacco a sorpresa.

Selanne, Gill, Ar’al e Talon vanno alla cena preparata dagli ufficiali imperiali in onore del falso Senatore Braga, sapendo che ad un’ora precisa concordata in anticipo, i caccia Kom’rk dei Death Watch usciranno dall’iperspazio avviando l’attacco alla base del generatore di scudi presente sulla superficie del pianeta. A quello stesso orario Gill dà tramite comlink il segnale ai Guerrieri ombra di far detonare le cariche esplosive che hanno messo nei punti nevralgici della struttura e a Ramikad Dvorr e Aden Worspath di jammare le comunicazioni perché nessuno possa chiamare soccorsi.

Il piano fila tutto come previsto e quando arriva l’ora concordata la cena festosa della mensa ufficiali si trasforma improvvisamente in un’orgia di sangue. Gill dà il segnale e aggredisce il commensale più vicino mentre la sala viene scossa dalle esplosioni innescate dai guerrieri ombra. Selanne scatena i propri poteri avvolgendo gli imperiali in un turbine di Forza, strappandoli dalle loro sedie e scagliandoli contro pareti e soffitto della sala … quando si avvede che è più complicato del previsto stordirli semplicemente, si lascia andare e continua a schiantarli contro i muri sino ad ucciderli tutti.

Gill si preoccupa di distruggere il comlink del comandante Karreth e con esso ogni sua speranza, lasciandolo moribondo, affidato ai soccorsi del personale di cucina, mentre loro lasciano la mensa per la plancia e sigillano la sala con la darksaber.

Correndo all’ascensore che conduce alla plancia attraverso la base in cui riecheggia la segnaletica d’allarme e si vedono ad ogni angolo i segni della morte e distruzione causate dalle bombe, i quattro infiltrati si accorgono che stanno convergendo alla plancia anche gli imperiali sopravvissuti alla serie di detonazioni. Giunti sull’ascensore i quattro si trovano in compagnia di una ventina di imperiali, ma tra loro comprendono che si celano anche tre guerrieri ombra. Una volta fatto partire l’ascensore, coordinandosi coi guerrieri ombra, Gill e Selanne attaccano a tradimento i soldati ammassati con loro nell’ascensore. Mentre la Forza usata da Selanne li immobilizza precludendo ogni possibilità di salvezza, Gill e i mandaloriani armati di Darksaber e vibrolame fanno il loro sporco lavoro, massacrando tutti in una questione di attimi. Al riaprirsi dell’ascensore sulla plancia Ar’al si tuffa fuori dall’abitacolo insanguinato e usa la sua flash jacket per cercare di abbagliare l’equipaggio imperiale. Operatori e Deathtrooper di presidio però erano già pronti e il gruppo di incursori si trova sostanzialmente dinnanzia a un plotone di esecuzione.

Gill cionondimeno scatena i guerrieri ombra perché inizino a raggiungere i computer per assicurarsi che, anche a scanso della presenza del jammer, l’equipaggio non possa tentare nulla. Talon, Selanne e Ar’al cercando distare il più possibile al riparo iniziano a targettare e aprire dei vuoti nelle fila imperiali, sebbene il fuoco fitto dei deathtrooper li inchiodi nell’ascensore… intanto un ologramma si accende improvvisamente, con un conto alla rovescia di 15 unità di tempo…

5XP a tutti

26 aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 12

Usciti dall’iperspazio, Gill e compagni trovano inaspettatamente la base imperiale loro bersaglio sotto apparente attacco. Restando per un poco fuori dagli scanner nemici, gli incursori studiano la situazione e di convincono di star assistendo o ad una lotta con qualche fazione nativa del pianeta o, più probabilmente, a qualche tipo di esercitazione.

Palesatisi, sono malamente accolti sui canali radio da un ufficiale dell’ISB che non sembra gradire la presenza di una navetta della Marina Militare in uno spazio che è stato classificato come giurisdizione riservata dell’IMDAWR.

Grazie a inganni improvvisati da Ar’al e Talon, nondimeno i ribelli riescono ad ottenere permesso di attracco per avere parti di ricambio per il motore in avaria, quindi rivoltando ulteriormente la frittata, si presentano davanti al comandante della base, il comandante anziano Menelaus Karreth e il Kel’dor si spaccia per il Senatore di Dorin inviato in segreto ad ispezionare l’installazione per conto dell’Imperatore stesso. La farsa incredibilmente va a buon fine e Karreth sembra ansioso di ottenere l’appoggio del ”Senatore Braga” per ampliare i fondi necessari ai suoi esperimenti.

La base è infatti un laboratorio per testare un nuovo modello di Scudo Energetico Planetario e l’efficacia in operazioni di caccia di obiettivi terrestri da parte di Tie classe FC e GT. Il sedicente senatore chiede di assistere ai test e ottiene alloggiamenti per sé e la sua scorta, infiltrando così in mandaloriani nella base…

5XP a tutti

19 aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 11

Terminati i festeggiamenti, Gill e Selanne cominciano a riordinare le idee per procedere al loro prossimo obiettivo: cementare l’alleanza tra i Mandaloriani che hanno riconosciuto Gill come loro guida in battaglia.

Mentre Ar’al si preoccupa di farsi regalare alcuni Basilisk dal clan Dvorr e di mettere le basi per un accordo volto ad un incremento della loro produzione in vista dello sforzo bellico per la lotta all’impero, Gill e Talon si interessano con Arval a capire le prospettive future del corpo clonato di Gill di cui si teme il rapido decadimento. Talon inizia a fare degli esami a Gill per calcolare la velocità di decadimento, e Arval spiega che questo problema, diffuso anche -seppur in forma forse meno forte- tra i cloni della Grande Armata della Repubblica, sembra abbia destato degli interessi e delle ricerche proprio tra Mandaloriani del Clan Skirata, per ragioni forse connesse al legame esistente tra i Cloni e l’ultimo Mand’alor dei Veri Mandaloriani Jango Fett, che fu il loro soggetto di partenza. Arval però non sa dire di più, ma fornisce a Gill il contatto dell’informatore che aveva procurato questa dritta…

Selanne pure chiede l’aiuto a Arval per ricomporre la spada laser che era appartenuta a Darth Kazhan. Arval, vedendo l’incapacità totale di Selanne in fatto di meccanica, provvede in quello che è per lui evidentemente un gioco da ragazzi, ma le strappa la promessa che si dedicherà allo studio di questa materia che è indispensabile perché lei possa avere la garanzia di una spada laser semre funzionante alla propria cintola… Forse non sicura che gli basti la Spada Laser, Selanne si procaccia anche una armatura leggera dall’armeria degli Dvorr.

Confrontatosi con gli Dvorr e i Death Watch, Gill conviene che il prossimo passo sarà colpire l’avamposto imperiale nei pressi del Bright Jewel System che avevano concordato già di ”andare a visitare” prima di partire per da Azure. Per l’attacco si decide di usare una squadra di 15 guerrieri ombra del Clan Dvorr che seguiranno Ramikad Dvorr e Aden Wor’spat a bordo della navetta lambda di Gill e compagni. I sei guerrieri della Death Watch invece, affiancati da sei Dvorr scorteranno la lambda con i loro Kom’rk, pronti a intervenire alla prima necessità.

Avvisato il generale Kota dei loro progetti e concordato un rendez-vous a Azure, Selanne e compagni partono per il primo attacco ad un bersaglio militare da parte della loro coalizione anti imperiale da quando hanno lasciato Nyriaan. Gill non sale però a bordo della Lambda finché la Matriarca non gli ha consegnato un fucile modello Z-BUIR498 e una armatura degna di un leader di guerra mandaloriano.

4 XP

La nuova armatura di Gill

13 aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 10

Con il suo coraggio e talento in combattimento Gill si è guadagnato la stima e la simpatia dei reduci della Deathwatch nascosti sulla luna paludosa di Zambar. Il loro leader Aden Wor’spat si lascia persuadere da Gill e da Selanne (che pure a detta dei mandaloriani ”parla come una vera Deathwatch”) a seguirli nella loro quest di trovare la Darksaber del clan Viszla, vendicare l’onore mandaloriano offeso dal jedi oscuro Maul e riutilizzare l’antico artefatto per riunire ancora una volta attorno a un comune vessillo i clan dispersi.

Dopo qualche ulteriore scambio di informazioni con la loro navetta Lambda e due caccia Kom’rk di scorta, Gill e i nuovi e vecchi amici decollano dalla luna paludosa alla volta della Prima Luna di Zambar, sede del Clan Dvorr, per chiedere il loro supporto.

La luna del Clan Dvorr è una fertile colonia agricola, ma si rivela subito pesantemente sorvegliata dai suoi proprietari. Le navette aliene sono immediatamente circondate da diverse squadriglie di caccia gauntlet biposto e costrette ad atterrare in un campo di volo non lontano dalla capitale del clan.

Gill persuade però senza troppe difficoltà i guerrieri che li hanno sostanzialmente catturati a condurlo al cospetto di un loro ufficiale. Giunto dinnanzi a costui, un tale Ramikad, Gill incontra però una reazione del tutto inaspettata. L’elmo di Nei Dvorr che porta con sé è riconosciuto immediatamente dal guerriero come la più antica reliquia del Clan e appare evidente che anche il suo portatore era atteso…

Gill e i compagni sono condotti sino alla capitale, una antica cittadella fortificata eretta sulle rive di un lago in mezzo a una lussureggiante natura e lì al cospetto della Matriarca del Clan. Un clima di eccitazione è evidentemente diffuso tra tutti i locali, che attendevano il profetizzato ritorno del capostipite della loro gente, lo sposo della leggendaria fondatrice del Clan, che per tradizione millenaria si sapeva essere stato ibernato su un mondo lontano e sperduto prima della fondazione stessa della loro piccola civiltà.

Gill dinnanzi a tutto questo si trova sorpreso e confuso e inizia anche a pensare che ormai tutto gli sia dovuto, ma la Matriarca lo redarguisce che la sua identità dovrà essere dimostrata confrontandosi col ”Cabur Aliit”, il Protettore del Clan. Questo campione è già stato mandato a chiamare quando Gill arriva alla cittadella e giunge sul posto poco dopo a bordo di una navetta spaziale. Gill si sente quasi perso come in una visione della Forza, quando questa figura in armatura mandaloriana si presenta nella sala del trono, con indosso l’elmo vecchio di quasi quattromila anni di Gill e sfoderando una spada laser… Il Protettore del Clan non intende però sfidare Gill come questi si aspettava, si leva piuttosto l’elmo e lo abbraccia, facendosi riconoscere, come Arval Al Nuk, il padawan di Ektherion, affidato da Gill millenni prima nelle mani del leggendario Set Harth. Confuso ma al tempo stesso commosso all’estremo, Gill si sente dare il ”benvenuto a casa”.

Anche Selanne viene salutata da Arval e, capendo di trovarsi dinnanzi a quello che aveva conosciuto bambino sul mondo perduto di Xanadu, la Jedi non può trattenersi dal chiedere subito se sia sopravvissuto anche lui tramite una ibernazione o se ci siano di mezzo i cloni con cui piace giocare a Set. Arval scansa rapidamente la domanda, ma afferma di aver vissuto appieno quei quattromila anni e aver conosciuto molti segreti della Forza che Selanne non può immaginare.

Come non bastasse, l’antico Padawan restituisce anche a Gill la Darksaber che fu di Ektherion, invitandolo ad usarla per pacificare il popolo Mandaloriano, senza dover perdere tempo in una lunga caccia al fantomatico Maul. Ammonisce anche Gill di non dimenticare che il suo corpo clonato inizierà presto a invecchiare celermente, per questo Set gli aveva dato quel contatto, che era proprio di Arval…

Trascinati dall’entusiasmo dei mandaloriani del clan Dvorr che acclamano Gill al grido di ”Buir cuyir olar – è arrivato papà” Gill e tutti i compagni partecipano per i quattro giorni successivi ad un unico susseguirsi di feste e banchetti, durante i quali Gill e Selanne narrano le loro avventure in lungo e in largo, mettendone anche a parte Wor’spat e i suoi Deathwatch che si lasciano sempre più contagiare dalla palpabile sensazione di gloria e predestinazione che aleggia nelle sale della Cittadella del Clan Dvorr…

5 XP a tutti.

10 Aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 9


Aggrediti dal possente Basilisk mandaloriano, Selanne, Gill e compagni si trovano a dover mettere in gioco tutte le loro risorse. Selanne, riesce con la Forza a schiantare ripetutamente la creatura di metallo contro alle vicine pareti rocciose, costingendola, uno dopo l’altro, a lasciare le Magna Guards che aveva stretto nella sua presa. Gill, che aveva arrogantemente offeso i Death Watch con la sua pretesa di impossessarsi e tenere per sé la Dark Saber del Clan Viszla, è quello che subisce maggiormente la furia della bestia meccanica. Mentre sembra incassare senza troppo fastidio i missili anticarro del lanciarazzi di Gill, il basilisk lancia una pioggia di microrazzi sul soldato per confonderlo e poi lo aggredisce con le proprie immense e accuminate tenaglie. Costretto più volte a chiedere cure a Talon e Ar’al, Gill come suo solito non molla comunque la presa e impugnata la sua vibrolama doppia cerca di colpire i circuiti vitali del mostro. Grazie alle dritte di Talon individua e riesce a danneggiare e mettere fuori uso il generatore di scudi, rendendolo più vulnerabile. A quel punto è Taloin stesso a tuffarsi coraggiosamente sotto al ventre del droide per cercare di danneggiarne i circuiti di alimentazione. Quando però Gill, con un balzo di jetpack, salta sulla schiena del basilisk per cercare di colpirlo in un’area più vulnerabile, questo, dispiegando inaspettatamente grandi ali metalliche, si solleva in volo e porta Gill lontano dai compagni, più in alto sulla parete della montagna, nei pressi dell’ingresso di una grotta.

Anche se da solo, Gill tiene duro spada in pugno, mentre il basilisk, esauriti i microrazzi e danneggiata una delle zampe artigliate ricorre ai suoi cannoni binari ventrali. Guidati da Selanne che con la Forza sradica gli ostacoli lungo la via, Talon, Ar’al e le Magna Guards riescono a raggiungere l’amico rimasto solo. Attaccando di nuovo tutti assieme il mostro, consentono a Talon di tuffarsi nuovamente sotto di lui e cortocircuitare i suoi cavi ormai esposti, innescando una reazione a catena che fa cedere la struttura del droide che esplode polverizzandosi e gettando indietro di parecchi metri i suoi assalitori per la forza dell’onda d’urto. Talon che si trovava sotto di esso viene per un momento dato per spacciato, in realtà si trova a sprofondare nel terreno paludoso e solo con l’aiuto di Gill e Selanne riesce ad uscire dal guano.

Sulla soglia della grotta, si presenta uno dei guerrieri della Death Watch. Visibilmente impressionati dalla prova di abilità guerriera e coraggio degli stranieri, i mandaloriani offrono a Gill un medaglione recante il loro emblema come lascia passare e invitano il gruppo ad entrare nel loro covo per parlamentare. Gill che non attendeva altro accetta e tutti entrano nel bunker che i Death Watch hanno scavato nella montagna. Nella prima piccola anticamera, due guerrieri li accolgono, mentre una barriera energentica si chiude alle loro spalle e il capitano dei mandaloriani, avvolto in un manto con lo stemma della Death Watch si presenta per negoziare.

7XP a tutti

5 Aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 8

Giunti a Kàtan notte tempo, Selanne e compagni atterrano nel piazzale davanti a quello che si rivela essere un vetusto motel per viaggiatori, ridotto ormai a funzionare pressoché solo come pub a seguito del crollo dell’afflusso di stranieri avvenuto a partire dall’ultima guerra.

Qui il gruppo trova ospitalità e fa amicizia con l’albergatore, importunando anche altri clienti arrivano a capire che il contatto cercato da Ar’al, Isabet Priest, sembra essere una Death Watch che si è schierata per l’Impero. Con qualche emolumento di crediti ai nuovi amici, Ar’al riesce però ad ottenere dei file identificativi e contatti di diversi guerrieri mandaloriani appartenenti a vari clan e fazioni.

Dopo una valutazione dei profili ricevuti, il gruppo decide di contattare Ry Vox, una cacciatrice indipendente di Concordia che accetta di incontrare gli stranieri alla taverna del Vecchio Spiel, che rifornisce di Pipistrelli Giganti. Vox pensa a un lavoro e risulta inizialmente contrariata quando si avvede che gli interlocutori cercano solo informazioni e peggio ancora sul jedi Oscuro che vessò Mandalore negli ultimi anni delle guerre dei cloni.

Alla fine comunque Ar’al riesce a trovare le parole giuste e ottiene il nome che cerca, Maul, ma anche l’assicurazione che al crollo dello Shadow Collective questo è sparito senza lasciar traccia, così come la Dark Saber che aveva strappato a Pre Viszla. Vox scambia anche qualche informazione con Gill, affascinata dall’antico elmo che indossa. Dice che è riconoscible come un elmo femminile e che nella cultura Mandaloriana solo un orfano appartenente alla discendenza della originale proprietaria dovrebbe indossarlo. A tal proposito informa anche il gruppo che il Clan Dvorr ha la sua sede tradizionale nel Sistema di Zanbar, uno dei più seclusi dello Spazio Mandaloriano. Li avverte anche che però su una delle lune del sistema, si trovava un campo base della Death Watch durante la guerra.

Senza troppi indugi Gill e compagni partono per Zanbar, sicuri che, tanto riescano a trovare gli Dvorr quanto la Death Watch ne trarranno solo progressi nella loro indagine.

Giunti nel sistema, scoprono purtroppo che le informazioni ricevute non sono così precise: Zanbar è un Gigante Gassoso circondato da molte lune, cinque delle quali con una atmosfera abitabile. Scartata la luna desertica, Selanne e compagni decidono di iniziare ad esplorare una luna paludosa apparentemente disabitata. Dopo due giri attorno al planetoide atterrano nell’unica penisola asciutta che siano riusciti a individuare e guidati da Gill che ha avvertito nella Forza la presenza di forme di vita, scendono a indagare, anche se si devono lasciare dietro Talon, preso da un improvviso malessere.

Arrivati alle pendici delle montagne vicine, incontrando una vegetazione impenetrabile Gill e Ar’al cominciano a gridare ”amici” in Mando’a per vedere se davvero qualcuno si cela nei pressi… contro le loro aspettative gli risponde il verso selvaggio e meccanico di una colossale bestia d’acciaio che emerge dal suo nascondiglio poco distante. Le Magna Guards che hanno cercato di reagire vengono prontamente atterrate dallo spaventoso droide, che però vedendo l’atteggiamento non ostile di Gill, Selanne e Ar’al proietta l’ologramma di due guerrieri mandaloriani.

Paludati nelle loro armature e con indosso i marchi della Deathwatch i guerrieri chiedono giustificazione dell’intrusione sulla ”loro luna” chiarendo apertamente che i colori del Clan Dvorr indossati da Gill, non destano in loro alcuna simpatia. L’aperta dichiarazione di Gill che egli è alla ricerca di Maul, per strappargli la Dark Saber e reclamarla per sé desta una ilare rabbia negli interlocutori, che facendosi gioco di lui, lo invitano a dimostrarsi degno del ruolo di Mandalore cui evidentemente aspira, cominciando ad affrontare il loro Bes’ulik… a quelle parole il gruppo si avvede di un sinistro cambio di atteggiamento nella gigantesca bestia di metallo mandaloriana, e capisce di doversi preparare a combattere…

i guerrieri della Death Watch nascosti sulla luna paludosa di Zanbar

7 XP a tutti i presenti

1° Aprile 2020
Capitolo IX, Sessione 7

Ritrovatisi nuovamente sull’Occhio di Palpatine, Ar’al, Talon, Selanne e Gill si confrontano in via definitiva sul da farsi in attesa delle riparazioni della nave.

Anche se Talno non si fida del tutto dei nuovi alleati e decide quindi di lasciare un droide spia a bordo, il gruppo è concorde di sfruttare quei giorni di attesa per iniziare a toccare con mano com’è la situazione la fuori nella Galassia…

Ar’al evidenzia una lista di basi imperiali che Kota stava studiando come potenziali obiettivi da attaccare nella sua orma usuale strategia di mordi e fuggi con cui lotta contro il Nuovo Ordine sin dalla sua nascita. Si tratta di sette installazioni imperiali ai quattro angoli della Galassia…

Ponemah Terminal: una misteriosa stazione orbitale nell’orlo esterno
Aridus: un mondo remoto su cui l’impero ha eretto una grande torre per le comunicazioni
Galidraan Station: un cantiere navale orbitante
Shield Gate: la stazione spaziale che protegge la Cittadella dell’ISB sul pianeta di Scariff
Rama Imperial space station: una base orbitale di cui si hanno poche informazioni
Imperial Space Station (Kashyyyk system): una stazione da bombardamento orbitale che l’impero usa per mantenere asservita la razza Wookie
Unidentified Imperial space station nei pressi Bright Jewel system: una piccola installazione nel Mid Rim, non lontana da Ord Mantell

Ar’al sempre pieno di informazioni e modi per trovarne, assieme a Talon, frugando qua e là nelle banche dati dell’IDMR riesce a dare un po’ di informazioni ai compagni su tutte queste installazioni e si prospetta la possibilità di fare una puntata verso l’ultima base della lista, che dovrebbe essere abbastanza piccola da essere sicuri di non cacciarsi in qualche guaio. Su insistenza di Gill però si decide di dare priorità alla ricerca della Dark Saber, di cui l’antico soldato della repubblica è sempre più ossessionato.

Condividendo quanto scoperto nella loro visione della Forza, Selanne e Gill, approfondiscono con gli amici, più familiari dell’epoca corrente, la storia recente di Mandalore. Gill è convinto che la storia del breve dominio sul settore mandaloriano detenuto dallo Shadow Collective sul finire delle guerre dei cloni possa essere la chiave per trovare la Dark Saber, dal momento che nelle file di questo sindacato criminale pare militassero anche degli jedi oscuri.

Talon che è sempre stato un appassionato di arte mandaloriana suppone che il dipinto visto dai due amici nella visione possa essere una delle opere prodotte sotto l’egemonia dei Nuovi Mandaloriani e con cui la Duchessa di Mandalore Satine Kryze aveva decorato il suo palazzo nella nuova capitale di Sundari.

Raccolti i loro effetti i quattro partono accompagnati come sempre dalle Magna Guards di Ar’al, per Mandalore, a bordo di una navetta lambda vistosamente ridecorata secondo i gusti di Gill…

Arrivati in vista del pianeta non si sentono però sicuri di scendere sulla capitale di Keldabe-Sundari, notoriamente sotto il controllo dell’Impero e dei Clan ad esso asserviti. Decidono quindi di puntare sulla luna di Concordia, un tempo rifugio del clan Viszla.

Concordia inoltre è da sempre il principale centro di estrazione del Beskar, l’acciaio mandaloriano, sicché Ar’al che per un certo periodo aveva investito anche in quel commercio, rammenta di avere dei contatti in zona, legati agli investitori delle miniere. Cerca così di aprire una linea di comunicazione con Isabet Priest, una delle maggiori azioniste del gruppo minerario con cui collaborava Ar’al. Priest sembra aver cambiato recapito, ma un uomo anziano risponde alla chiamata, fornendo volentieri indicazioni di vario genere agli ”aruetyc”, cioè gli stranieri, e li consiglia di cercare la Priest nel villaggio di Kàtan, nell’emisfero nord di Concordia.

Il gruppo volge la prua dello shuttle verso la nuova destinazione…

7 XP a tutti

29 Marzo 2020
Capitolo IX, Sessione 6

Intrecciando i primi rapporti con i nuovi alleati, se Selanne e compagni riescono ad ottenere un aiuto sostanzioso e programmano lavori che, nell’arco di una quindicina di giorni, dovrebbero mettere l’Occhio di Palpatine nuovamente in piena efficienza, incontrano anche i primi screzi.

Il motivo di contrasto risulta essere la divergente visione riguardo ai cloni tra i profughi Nyriaaniti che hanno trovato in alcuni di loro validi alleati e Kota che li ha sempre disperezzati e li colpevolizza per la distruzione degli Jedi.

Adombrato Kota si ritira a meditare sul Liberation, e Talon e Ar’al, dopo che gli animi si sono calmati, lo seguono per rappacificarsi. Selanne e Gill discutono invece del da farsi durante i quindici giorni di attesa per avere la nave in efficienza. Gill è tornato a manifestare un interesse per i Mandaloriani che reputa essere potenziali preziosi alleati e in base a quanto capito della storia mandaloriana recente dal suo incontro su Nyriaan con Knigh Ad’en Viszlae da quanto raccontatogli da Ar’al e Talon, si è persuaso che sarebbe per loro un asset importante ritrovare una delle Dark Saber del Clan Viszla.

Se la Dark Saber è un riverito antico simbolo di potere dei Mandaloriani che periodicamente è apparso e scomparso venendo a più riprese sfruttato come punto di riferimento attorno al quale raccogliere i clan dispersi, Gill sa bene dal suo passato millenario che in realtà esistevano due Dark Saber. Una era in possesso del Clan Viszla e l’altra dell’Ordine Jedi. Quest’ultima addirittura era stato proprio lui a consegnarla al padawan Arval Al Nuk alla morte del suo maestro Ektherion.

Convinto di poter sfruttare la Forza per ritrovare una delle due Dark Saber, Gill convince Selanne a ritirarsi con lui in meditazione per entrare in contatto con Dexter Drake, scoprire che è stato di lui e coi loro poteri uniti cercare l’arma perduta.

Drake che si trova su Dromund Kaas assieme all’inquisitore che ha irretito, risponde all’appello attraverso la Forza degli amici e quando percepisce che sono ”pronti a tutto” pur di avere le risposte che cercano, attinge ai sui poteri oscuri e al nexus di energia maligna che è il pianeta su cui si è recato per interrogare la Forza.

I tre hanno una visione in cui la Dark Saber è nelle mani di quello che sembra tutto un guerriero Sith di razza Zabrak, ma nel susseguirsi confuso del loro viaggio onirico assistono al passare di mano in mano dell’arma. Vedono i mandaloriani raccogliersi attorno ad una donna che la impugna, ma poi apparire sulla scena molti altri guerrieri e strani figuri che contendono il possesso del mistico oggetto.

Alla fine il loro sguardo si fissa su un grande affresco che raffigura una sorta di apoteosi di un guerriero mandaloriano…

Quando si riprendono il contatto con Drake è perso, molte domande aleggiano nell’aria, e su Dromund Kaas l’inquisitore e i suoi accoliti si contorcono ai piedi dell’antico stregone Sith in preda agli spasmi dell’agonia…

Talon e Ar’al nel frattempo si chiariscono con Kota, trovandosi alla fine tutti troppo interessati a collaborare per lasciarsi fermare dai propri reciproci pregiudizi…

7 XP a tutti i presenti