Selanne, Talon e Ar’al liberano nuovamente Gill dall’ibernazione avendo visto che i suoi parametri si sono stabilizzati e ritenendo che il suo aiuto sia indispensabile per affrontare l’inquisitore e uscire vivi dal Prisma.
Tutti assieme decidono quindi di andare ad affrontare immediatamente l’Inquisitore, visto che l’Holocron li avverte che i suoi “accoliti” stanno cercando di liberarsi dalle stanze in cui il Guardiano li ha rinchiusi e ricongiungersi con il loro capo, il che li renderebbe evidentemente una maggior minaccia.
Inoltrandosi ancora una volta nei circuiti d’aerazione, i quattro giungono all’area in cui dovrebbe trovarsi la sala di meditazione dell’inquisitore, l’eco di una voce però li attrae verso uno degli sfoghi del condotto… è un sussurro flebile che ripete ossessivamente il mantra “la Forza è con me e io sono con la Forza”. Superando le esitazioni del momento Gill e Selanne si calano nella stanza in cui una figura raggomitolata, dall’aria meschina e sofferente ripete il mantra. Davanti a quel relitto umano una spada laser verde accesa galleggia sospesa nell’aria.
I due cercano di interrogare lo sconosciuto che però da risposte vaghe e incoerenti. Chiede loro aiuto, chiede di essere “liberato” ma Gill, per quanto si sforzi, non riesce a capire da cosa e l’interlocutore sembra irritarsi sempre di più man mano che l’eroe della repubblica insiste nel rassicurarlo che loro lo salveranno dall’Impero. Intuiscono che l’uomo ha un legame coi Jedi Verdi di Corellia o forse è un Jedi Verde lui stesso, ma non riescono ad andare oltre nel dare spiegazione alle sue farneticazioni. L’uomo parla di inganni, ma forse proprio ogni sua parola è un inganno… o almeno questo pensano Selanne e Gill quando infine un gruppo di Shadow Guard irrompe nella stanza e diventa chiaro che il reietto non è un prigioniero, ma l’Inquisitore stesso.

L’inquisitore scarica attorno a sé un’onda di energia oscura, a cui Ar’al reagisce accecando tutti con il suo flare jacket. Selanne scaraventa le shadow guard una contro l’altra e Gill con un colpo della sua Dark Saber distrugge la spada laser dell’inquisitore, che però reagisce scaricando un’altra ondata d’energia oscura. I quattro eroi concentrano i loro attacchi sull’inquisitore che cerca di proteggersi con la Forza, ma non riesce ad evitare infine un preciso affondo della Dark Saber di Gill che lo passa da parte a parte… sebbene il guerriero oscuro sembra avere i secondi contati, approfittando del fatto che Gill resta disarmato da parte di una Shadow Guard, trova la forza di impadronirsi della Dark Saber e mettere al tappeto l’eroe della repubblica…

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29.VI
Gill Bastard si risveglia dal tremendo colpo ricevuto trovandosi in una strana piccola stanza senza uscite, con solo delle freccie sul pavimento, una composta di datacard, l’altra tracciata col sangue. Seppur confuso, l’eroe della repubblica cerca di risolvere il rompicapo e capisce che il muro indicato dalla freccia di datacard reagisce al contatto con le datacard stesse e sembra simile alla struttura di un holocron, cerca allora l’aiuto di Atris, che in effetti gli appare e lo aiuta a dischiudere il sapere contenuto nei datacron e attraverso queste nuove conoscenze acquisite, Gill può liberarsi dalla sorta di prigione in cui era rinchiuso. Tra le cose che trova nei datacron c’è in particolare la storia degli Jedi Verdi di Corellia e del loro credo, cui lui pensa esser legata la vita dell’inquisitore con cui si è confrontato. Uscito all’esterno della cella Gill si trova a dover attraversare un baratro impressionante ed è ormai certo di trovarsi in una trasposizione metafisica del prisma o in qualche altra sorta di piano altro di realtà a cui la Forza gli ha consentito di accedere.
Intanto, i compagni dell’eroe caduto lottano attorno al compagno incosciente per sottrarlo ai nemici e difender se stessi dai feroci accoliti dell’Inquisitore che ormai raggruppatisi sembrano una vera minaccia anche per una potente jedi come Selanne. La Dookessa cerca di ribaltar la situazione e con la Forza scaglia due delle Shadow Guard contro l’Inquisitore e un loro compagno e un’altra l’abbatte con un rapido colpo della sua spada laser bilame. L’inquisitore però reagisce all’attacco e con un tetro sussurro porta a termine un qualche sinistro rituale, così, sebbene in punto di morte si concede totalmente al lato oscuro generando un vortice di energia che, seppur non riuscendo a lambire i suoi nemici, avvolge le Shadow Guard che si rialzano e tornano all’attacco con maggior ferocia, apparentemente incoraggiati piuttosto che scossi dalla scomparsa dell’inquisitore, polverizzatosi nella nube di energia oscura.

Gill intanto riesce con un balzo ad attraversare il baratro, superando ogni paura, e trova dall’altro lato ad attenderlo nient’altro che l’inquisitore, dark saber in mano. Brandendo la spada laser verde dell’inquisitore, apparsa al suo fianco, Gill affronta il nemico, ma cerca anche di farlo ragionare e persuaderlo che c’è spazio per la redenzione se un tempo lui era un Jedi Verde. L’inquisitore però continua a rispondere in modo misterioso e confuso: il Prisma è un luogo di inganni a suo avviso. Una voce assilla la sua mente dalla prima volta che vi pose piede, lo tormenta e gli offre potere e conoscenza ma poi sempre lo inganna e tradisce. Gill non capisce quale possa esser la natura del tormento dell’Inquisitore e se egli davvero sia manipolato o perseguitato da qualcuno o se solo il Lato Oscuro lo abbia condotto alla follia. Quando però Gill cerca di richiamare l’inquisitore a qualcosa di simile ad una ipotetica vita nella luce di “prima”, scatena l’ira dell’avversario che dichiara che prima di giungere sul Prisma lui “era nulla” e da quando ha scoperto il Prisma non può più lasciare quel luogo che lo attrae e lo richiama, non può più ignorare quella voce che è rimasta nella sua testa anche ogni volta che ha provato ad allontanarsi dal Prisma. Carico di furore l’inquisitore abbatte nuovamente Gill con la Dark Saber, anche in questo piano altro di realtà.
Nella sala di meditazione del vero Prisma, benché Talon abbia sostanzialmente cercato di far scudo a Selanne col suo corpo per guadagnarle il tempo utile a finire le Shadow Guard, questo non è bastato ed eroi e guardie dell’Inquisitorium si sono messi reciprocamente al tappeto. Solo Ar’al, che era rimasto in una posizione più protetta, è ancora in piedi e si accorge che Gill si è svegliato: col suo aiuto cerca di sconfiggere l’ultima Shadow Guard, ma questa è troppo forte ed infierisce sul guerriero repubblicano già stremato stordendolo nuovamente. L’intervento di Gill guadagna però il tempo necessario perché arrivino dai condotti di aereazione le Magna Guard di Ar’al che ingaggiano a loro volta l’ultima Shadow Guard…

Gill si ritrova invece di nuovo nella dimensione altra del prisma e stavolta ha con sé una delle staffe laser delle Shadow Guard. L’inquisitore incombe su di lui, la Dark Saber sempre stretta in mano, ma il suo aspetto esteriore è immensamente invecchiato. Si perde ora a guardare la traslucida lama nera con una espressione malinconica. “Questo è un artefatto di grande potere” mormora, “ma è tutto solo un inganno…” e improvvisamente sembra che la sua energia si esaurisca e si dissolve nell’etere come un ricordo portato via dal vento.
Alle sue spalle, fuori dal cerchio di combattimento tracciato al suolo in cui si trovava, sta una porta con scolpito un bassorilievo che rappresenta uno Jedi nella tipica posizione di guardia dell’Ataru, la IV forma, non ha però spada laser. Gill, vede e capisce: alla sua cintola ora si trova nuovamente la spada laser da Jedi Verde, rotta. Riassembla la spada alla bell’e meglio e la inserisce tra le mani della statua. La porta si apre, davanti a Gill si trova un cavaliere Jedi vestito di Verde, con la spada laser alla cintura. Somiglia in qualche modo all’inquisitore, ma non è lui e Gill pensa ad un fratello al cui riguardo l’Inquisitore aveva detto qualcosa nel corso dei propri vaneggiamenti.
“Ti ringrazio di essere arrivato sin qui. Ti stavo aspettando da molto tempo” dice lo Jedi a Gill. “Ora per ricompensarti di tutto quello che hai fatto, se vorrai ti narrerò la mia storia.”
Gill acconsente e si siede ad ascoltare…
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21.VII
Lo spirito con cui è entrato a contatto Gill alle soglie tra la vita e la morte inizia a raccontargli la storia dell’inquisitore Zan der Vorn. Egli era il fratello di Cam degli Jedi verdi e figlio di Van e Naim, maestri dell’ordine.
Non dotato nella forza non riuscì a passare gli esami per l’ammissione nell’ordine e fu rifiutato anche dall’ordine su Coruscant. Fu incoraggiato ad unirsi ai Rangers Antareani, ma non volle perché gli pareva umiliante. Brigò e ottenne un ruolo di rappresentante dell’ordine corelliano a Coruscant e quando scoppiò la guerra dei Quoti cerco di convincere l’ordine degli Jedi Verdi ad entrarvi, ma Garm Bel Iblis invocò la contemplanys hermi, antico privilegio Corelliano di “sospendere” i propri doveri rispetto alla repubblica per periodi di tempo variabili. In questo periodo Zan si avvicinò sempre più a uno simile a lui, Laddinare Torbin, Direttore dell’agenzia informativa del Galactic Republic’s Judicial Department. In teoria un uomo che faceva da speaker per l’ufficio stampa del ministero della giustizia e spesso per conto dello stesso ordine Jedi. Concretamente il capo di una sorta di agenzia di intelligence al servizio del Cancelliere.
Con l’ordine 66 questo ufficio divenne una delle basi fondanti dell’Inquisitorius e Torbin uno degli inquisitori più prominenti. Zan ormai del tutto suo succube fu incaricato di trattare la conciliazione con gli Jedi Verdi, in teoria non invischiati nel complotto anti repubblicano che aveva giustificato l’ordine 66. Materialmente Zan attirò molti maestri Jedi verdi -compresi i suoi genitori- in un trappola dell’impero. In uno degli atti più brutali della Grande Purga il concilio Jedi corelliano venne sterminato e molti altri Jedi uccisi o torturati a morte nel tentativo di convertirli ad inquisitori. Gli altri membri dell’ordine si dettero alla macchia compreso Cam, ma l’inquisitorius diede loro la caccia spietatamente.
Cam alla fine si lasciò trovare, deciso ad affrontare suo fratello, ma al momento del confronto vide solo un grande bagliore e si trovò quindi sospeso in questa sorta di limbo tra vita e morte.
Intanto nel Prisma Ar’al e le sue Magna Guard hanno liquidato l’ultimo accolito dell’inquisitore e soccorso Selanne e Talon.
Gill tornato cosciente discute con Selanne e compagni della visione avuta e grazie anche alle capacità di tecnometria della Dookessa, il gruppetto comincia a comprendere gradatamente l’accaduto, “ripercorrendo” gli accadimenti del passato legati alla sala di meditazione ed all’inquisitore. Parlando poi col guardiano dell’Holocron del Prisma di quanto appreso comprendono che Zan uccise e racchiuse suo fratello in un “intrappola anime” dell’Ordine del Terribile Bagliore, una setta eretica più antica degli stessi Sith. Un artefatto di cui chissà come era venuto in possesso… Selanne e Gill pensano che questo e altri segreti oscuri gli siano stati svelati da qualcuno o qualcosa che si cela nel Prisma e che ossessionava terribilmente Zan… Nelle visioni del passato avute da Selanne, l’inquisitore è infatti sovente impegnato a parlare da solo come se una presenza o un artefatto senziente potessero rispondergli. Da un breve ricordo di un incontro tra Zan e il Grande Inquisitore Torbin, Gill trae il sospetto che un’altra maestra Jedi possa aver subito lo stesso destino di Cam o uno molto simile e la sua anima possa essere ancora intrappolata qui nel prisma.
Con uno sforzo immane in cui Gill dà il suo tutto, sfiorando il lato oscuro e lasciando che l’energia della forza lo consumi causando una ulteriore rapida accelerazione del decadimento del suo corpo, lui e Selanne riescono a praticare un rituale Jedi suggerito dalle memorie dell’Holocron di Atris per spezzare l’alchimia dell’Intrappola Anime e consentire così a Cam di tornare uno con la Forza. Lo spirito dello Jedi, prima di lasciare quei luoghi tremendi risana l’animo tormentato di Gill e gli lascia, misticamente ricomposta, la propria spada laser.
Così rassicurati e decisi a trovare e liberare anche la Maestra nominata nei ricordi dell’inquisitore, Gill, Ar’al, Talon e Selanne decidono di passare ad esplorare il resto del piano della stazione spaziale, che ancora pullula di imperiali e misteri…
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loot epico: Green Single Blade Juggernaut Lightsaber, damage 11, critical 3, breach 2, Sunder, Unwieldy 2, encumbrance 2
28.VII
L’esplorazione delle sale limitrofe della base si rivela molto più onerosa del previsto: anche se sono pochi i soldati imperiali nell’area non sembrano disposti ad arrendersi e soprattutto sono sostenuti da droidi piuttosto bellicosi e bene armati. Dopo aver esplorato un hangar ove sconfiggono alcuni piloti imperiali e droidi, gli eroi capendo che altri stanno sopraggiungendo battono in ritirata, sigillano dietro di loro le porte della via da cui son giunti e tornano nell’infermeria al piano sottostante.
4PX a tutti
