Star Wars - The Dark Times

“Harth il Rinnegato”, “Harth l’Inafferrabile”, “Harth lo Spietato”… Molti epiteti per un’unica leggenda… per “l’Uomo Nero”, il “Babau” le cui storie furono raccontate dai jedi ai loro padawan per secoli, come monito, come insegnamento. Storie che parlavano di un brillante giovane jedi che aveva deciso di perseguire delle conoscenze vietate dall’Ordine. Il messaggio era chiaro: un simile comportamento eretico porta a smarrirsi, conduce alla perdizione, a volte persino al Lato Oscuro. Le fiabe sul terribile Harth ossessionarono generazioni di Jedi, ma, dopo che a lungo la colpa di ogni accadimento inspiegabile era stata attribuita per abitudine a questo personaggio misterioso, il buon senso aveva cominciato a prevalere e tutti vedevano le leggende di Harth come reliquie d’un tempo in cui i Jedi si lasciavano irretire dalla superstizione. Così, benché il suo nome fosse rimasto nella memoria dei Jedi, s’era diffusa la convinzione che Harth in realtà non fosse mai esistito. Poi con le guerre dei cloni, col ritorno di minacce più cospicue, col ritorno dei Sith, i Jedi trovarono altri nomi su cui focalizzare il loro folclore… E dopo l’Ordine 66 non rimase più nulla da ricordare.

Pochi anni dopo però una figura con un nome simile appare su Niryaan: Komyortelen Harth, presto noto come “Grim” Harth, lo Spietato. Un contrabbandiere, un signore del crimine, un uomo vero o solo la maschera di qualcun’altro? A questo personaggio viene attribuita la fondazione dell’Egida, un sindacato criminale che mette in discussione il potere imperiale sul conteso pianeta minerario. La leggenda avvolge rapidamente questa figura e sulla veridicità della sua esistenza si interrogano anche Sharati Van, l’appuntato Blim e il dottor Shizarai che vengono reclutati proprio dall’Egida per dar la caccia ad un tesoro celato in un “Tempio del Sole Morente”.

Al momento del ritrovamento, nell’esplodere della guerra sul pianeta e nel sopraggiungere di imperiali e nativi al Tempio, Grim Harth si presenta e rivela la propria identità, facendo capire persino all’Inquisitore Imperiale Vorbeck che nessuno è una minaccia per lui. “Pensi di potermi affrontare? Ho vissuto per millenni, bambino. Io sono morto, e ho gettato via il gelido abbraccio della morte e la tomba. Io sono l’uomo nero che per secoli ha fatto rannicchiar i bimbi Padawan sotto le lenzuola. Io sono Set Harth! Cosa potresti mai fare per spaventarmi?“

Per il male assortito gruppo di cacciatori di tesori che entrano con Set Harth nel Tempio del Sole gli scopi del leggendario Jedi Caduto sono un mistero. I suoi discorsi su “guerrieri” e “amici” da “risvegliare” non trovano facilmente un senso nelle loro menti, ma l’immensa potenza nella forza e l’elaborazione machiavellica del piano con cui Harth ha sconvolto i destini di Niryaan comunicano l’imperativa necessità di accondiscendere docilmente alla volontà di un essere che vanta di essere immortale e di incarnare leggende antiche millenni. Forse loro stessi, forse altri, un giorno potranno penetrare maggiormente i segreti e i misteri di Set Harth.

Questa verde e abbastanza avvenente twilek era la barista del circolo ufficiali sull’incrociatore repubblicano classe Hammerhead “Testament”. Dopo un’iniziale frequentazione presso il bancone Set l’Arkaniano l’ha presa come propria compagna. Lei s’è subito dimostrata incline ad assistere il contrabbandiere arkaniano in tutti i suoi capricci sicché s’è ad esempio curata di tenere Caine Hellman dentro un barile di naftalina per una settimana quando Set ne ha preso il posto nella sua missione su Kashyyyk. Più tardi Layla ha abbandonato il proprio impiego diventando “assistente” di Set a tempo pieno, con questo si è anche trasferita armi e bagagli sulla Bad Idea, la nuova astronave del gruppo. Quando Set ha lasciato la compagnia Layla lo ha seguito, sono stati avvistati insieme più volte in più punti della galassia…

Jens è un giovane ed intraprendente commerciante/contrabbandiere corelliano la cui fortuna dipende soprattutto dalla famosa officina di famiglia. Il “Garage di Dummel” è infatti una delle più popolari rimesse e rivendite di astronavi di tutta Corellia. Lì Set ha condotto il gruppo quando è stato il momento di comprare un’astronave che sostituisse la Startiger. Dummel ha in effetti trattato il gruppo molto bene cedendogli una nave del valore di un milione e mezzo di crediti per a malapena novecentomila. Dal che qualcuno ha dedotto che Set abbia un influenza notevole sul mercante… Proprio per questo, quando Jens ha fatto la sua apparizione a bordo della Testament, Dolvan Beck non ha esitato a “torchiarlo” per saperne di più. Tutto quel che ne ha ricavato è però che Dummel è il meccanico di fiducia di Set e fa anche da custode alla sua nave, uno shuttle da gara chiamato Blackarrow.

Quando Set ha poi lasciato il gruppo, Dummel s’è fatto dare un passaggio fino a Corellia da Set ed i due hanno ricominciato il loro solito trantran.

Calo Nord è un cacciatore di taglie professionale e spietato. Ha una certa propensione ad allearsi con individui guerrafondai e privi di scrupoli, ma più di tutto ciò che Calo agogna sono le sfide. È un cacciatore e farebbe qualsiasi cosa per aggiungere una testa famosa alla sua collezione di trofei; è noto per aver cacciato e abbattuto alcune tra le bestie più grandi e feroci della galassia(rancor, reek etc). Ciononostante Calo a prima vista è un piccolo ometto che indossa semplici vestiti, con occhi e capelli coperti sotto un berretto di stile sahariano e occhialoni da pilota. Sotto i vestiti porta invece una speciale armatura basata su un disegno Mandaloriano. Generalmente va a caccia di taglie consistenti su criminali di ogni genere, se qualcuno lo disturba, conta fino a tre, per dare il tempo all’incauto di andarsene, poi se quello rimane lancia una granata fumogena per accecarlo e lo uccide con un colpo del suo infallibile blaster. Suo principale cliente è, da sempre, il Senato Galattico che spesso tende a coinvolgerlo in operazioni di recupero evasi o non proprio recupero… In seguito alla quasi bancarotta della Repubblica Calo si è visto costretto ad aumentare il proprio giro di clienti, riducendo discretamente gli standard qualitativi dei medesimi rispetto al passato. Quindi è con piacere che ha accettato l’incarico propostogli dal celebrato eroe jedi Revan, benché apparentemente si tratti di un’inezia: accompagnare lui e certi suoi collaboratori in un pianeta sconosciuto aiutandoli a spacciarsi per mercenari. Quando giunto sul posto Calo scopre che il remoto mondo è in realtà la capitale di un impero Sith qualche dubbio sulla facilità della missione comincia a farsi strada… In breve tempo Calo è messo alle strette dai Sith e costretto a tradire Revan ed i suoi seguaci. Dopo aver aiutato i sith a porre un’esca adeguata fa scattare la trappola sul gruppetto d’eroi consegnandolinelle mani del nemico. Ancora tenta poi di persuadere Gill Bastard, ormai prigioniero, ad accondiscendere alla volontà dei Sith. Quando Revan e  Malak, convertiti al Lato Oscuro, partono da Dromund Kaas per attaccare la repubblica, Calo li segue e viene incaricato di recarsi nei pianeti del Nucleo per condurre operazioni di spionaggio. Mentre il gruppo viene riorganizzato completamente da Revan in vista del suo nuovo ruolo di commando Sith, i legami con Calo Nord si fanno sempre più stretti, dal momento che tra gli elementi stabili di questo pugno d’uomini vi è Savax Noor, uno dei più vecchi collaboratori e amici di Calo, e con lui uno tra i più temuti cacciatori di taglie della galassia. Di qui innanzi le collaborazioni con Calo, il ricorrere a lui quando bisognosi di informazioni o aiuto, diventa una costante per gli agenti di Revan.

Contrabbandiere, schiavista, strozzino… L’uomo che rispondeva al nome di Reek non era certo né onesto né dotato di alcuna virtù degna d’esser chiamata umana. Soprattutto però era segretamente uno degli affiliati della potente e misteriosa setta segreta nota come Gilda degli Assassini Genoharandan. Proprio questo la condotto prima all’attenzione di Dolvan Beck e poi alla morte per mano di un Gill Bastard dal grilletto facile… Del poveretto non è rimasta che una enorme macchia di sangue sulla parete del suo studio. Il gruppo, trascinato nello scontro con Reek non dalla brama per la taglia che Ithorak Guldar aveva messo sulla sua testa ma dal comportamento avventato di Ektherion, si è trovato però a seguito della sua morte sempre più coinvolto negli intrighi interni dei Genoharadan e nella lotta di potere tra i Supervisori. Dolvan Beck resta lacerato dal dubbio riguardo alla sorte toccata invece al fratello di Reek, Hommin, che si presume legato alle visioni delle grotte di Wortan ma che nessuno è riuscito ad identificare.

BARONESSA YORI FOUNTAIN
Questa bellissima donna dai capelli argentei e dallo sguardo ipnotico, è la figlia di un senatore della repubblica. Mentre stava recandosi su Manaan per una vacanza presso gli stabilimenti termali del pianeta, il suo yatch è stato intercettato dai pirati che l’hanno fatta prigioniera, forse per un riscatto, forse per ricattare il padre e ottenerne altri vantaggi. Questo è tutto ciò che il gruppo sa di lei visto che, dal momento in cui Dolvan Beck la ha liberata, non c’è stato molto tempo per parlare. In ogni caso Yori non è voluta restar con le mani in mano e, al motto “mi piacciono le insurrezioni”, s’è fatta dare un’arma e s’è posta a combattere al fianco di Dolvan e compagni. Purtroppo alla fine degli scontri, appartatasi nell’infermeria con quel Dolvan Beck per cui aveva mostrato tanta simpatia, ha cominciato a venir fuori qualche problema…

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Infatti, davanti agli occhi esterrefatti di Shal’el che, da vero guardone aveva pedinato la coppietta con tanto di telecamera, la bella Yori, abbracciato saldamente Dolvan, ha allungato le simpatiche proboscidine retrattili tipiche della leggendaria razza degli Anzati e, infilatele nelle narici del contrabbandiere ha iniziato a “gustarne la zuppa”. Fortunatamente per Dolvan, Shal’el gli ha strappato di dosso la bella assassina prima che lo finisse e, dopo un breve combattimento, con l’aiuto di Ellor Starkiller e Caine Hellman è riuscito a farle deporre le armi e condurla nelle prigioni della Hazard. Qui la femmina ha ancora cercato di utilizzare le doti persuasive della sua razza per affascinare ed influenzare pure Shal’el, ma egli s’è ritratto prontamente. Consegnata a Revan, Yori è stata sottoposta ad interrogatorio dai Jedi ed ha svelato molti segreti dei propri mandanti, la Gilda GenoHaradan. Ora è tenuta sotto chiave, anche se Revan, considerando i pericoli che Yori porta con sé e soppesandoli con le sue potenzialità e la pronta collaborazione che ha offerto ai jedi, ha deciso di offrire a Beck, che corre i rischi maggiori a riguardo, di scegliere del di lei destino. Dolvan però, ancora scosso, ha inizialmente tenuto un comportamento elusivo al riguardo. Alla fine, spinto dalla nebulosità delle sue prospettive future, speranzoso di poter sfruttare la presenza di Yori a suo vantaggio Dolvan l’ha fatta liberare e l’ha presa con sé in gruppo.

Questa bella e giovane twi-lek dalla pelle violacea è nata su Sleheyron. La sorte però l’ha fatta nascere schiava. Fin dalla culla è stata proprietà di un Hutt di nome Omeesh che la adoperava per i suoi divertimenti e la torturava continuamente. Esasperata Yuthura una notte ha approfittato dell’ubriachezza del suo padrone e lo ha assassinato accoltellandolo selvaggiamente. Riuscita a fuggire dal pianeta come clandestina su un’astronave è stata scoperta dall’equipaggio ed abbandonata su un planetoide deserto. Miracolosamente sopravvissuta è stata raccolta da un’astronave di passaggio che la ha portata su Taris, solo per venderla nuovamente come schiava, stavolta ad una swoop gang: gli Hidden Beks. Nella loro base s’è incontrata col gruppo e, dopo una fallimentare relazione con Ektherion, s’è unita a loro. Scoperta una sua affinità con la forza è stata affidata alle cure dell’Ordine Jedi ed ora studia su Dantooine per diventare una padawan.